domenica 14 giugno 2020

La chiesa sfacciata (S. Agostino)

Nel precedente post, partendo da una foto scovata probabilmente su Facebook, e con l'ausilio di un libro della piccola biblioteca di storia locale di mio padre, siamo arrivati a (ri)scoprire una chiesa scomparsa sita nell'attuale piazza Carlo Tresca ed ad individuarne anche una paio di resti in loco (resti di finestre; la facciata della chiesa è stata invece trasferita su S. Filippo Neri): S. Agostino.

Per avere informazioni sulla chiesa ho proseguito la ricerca fra i libri ed ho trovato quello che faceva al caso mio: "Monumenti architettonici sulmonesi descritti e illustrati (dal XIV al XVI secolo)" di P. Piccirilli (Rocco Carabba tipografo-editore, Lanciano 1894). Di nuovo il Piccirilli del disegno tratto dal libro di Di Tommaso.
Nell'intestazione precedente la pagina 37 dell'opera troviamo:
Chiesa e convento di S. Agostino
C'era anche un convento!
Dopo una descrizione dell'architettura gotica, alla fine di pagina 41 si legge (corsivi miei):
L'Abruzzo risentì potentemente l'influenza della nuova architettura, come fanno fede i suoi monumenti, e fra questi la chiesa di S. Agostino di Sulmona, la quale col convento, sorgeva fuori la porta S.Agostino, a destra uscendo, proprio di fronte all'attuale palazzo vescovile.
Sembrerebbe che le mie conclusioni sulla posizione della chiesa siano esatte. Abbiamo avuto anche nozione di una porta omonima, su cui tornerò certamente in futuro.
Per comodità riporto qui l'approssimazione della pianta della chiesa del precedente post:
Quanto è corretta la pianta della chiesa e dove si trovava il convento?

Proseguendo la lettura del Piccirilli, in cui si riportano testimonianze documentali sulla chiesa ed il convento - come il fatto che il convento esisteva prima della chiesa e che questa probabilmente già esisteva nel 1315 - si trova, a pagina 44 e 45 (corsivi miei):
Il monastero che era attaccato alla parte laterale della chiesa è sparito, e appena se ne sovviene qualche sulmontino.
Il canonico Pansa che scrisse nel primo decennio di questo secolo [il XIX, NdR], ricorda un maestoso chiostro [...] 
Il tempo, l'incuria e la mano dell'uomo disfecero tutto nei primi del nostro secolo, lasciando della chiesa la facciata mancante della parte superiore e quasi tutto il muro perimetrale verso oriente
I nostri studi sopra questi avanzi ci han fatto sicuri, che la chiesa, ad una nave sola, prima che rovinasse del tutto, non conservava il tipo originale. Gli otto finestroni lunghi e stretti ad archi acuti, che illuminavano l'interno, ricco di affreschi, erano chiusi; [...] il fronte deturpato con finestre rettangolari, che portavano scritto nei loro architravi: SUMTIBUS MONASTERII DE MENSE MARTIIO MDCXIIII.
Cerchiamo prima di migliorare la pianta della chiesa e dopo ci dedicheremo al convento.

I dati sicuri sono la facciata, di circa 14 m di larghezza, e la posizione del muro laterale orientale, che sappiamo che aveva un estremo dov'è attualmente la banca, lungo il lato che rientra per poi proseguire verso l'inizio del corso, ma non sappiamo, dalla parte della ferramenta, dove terminava. Sappiamo solo che la chiesa aveva otto finestroni. Erano otto sul solo muro orientale?
Da quanto a mia disposizione ho potuto valutare che l'intervallo tra le due finestre rimaste è di circa 7,5 m (si potrebbe fare una misurazione precisa in loco). Ammesso che le finestre fossero equidistanti, con 8 finestre su un solo lato si arriverebbe a circa 60 m a cui aggiungere due ulteriori tratti di muro ai due estremi, al di qua ed al di là della prima e dell'ultima finestra rispettivamente, per arrivare agli angoli della chiesa. Questo muro in lunghezza finirebbe ben oltre la ferramenta, che invece ha una lunghezza, fino all'altro estremo, di circa 42 m, e avrebbe reso la chiesa decisamente sproporzionata.
Pertanto sono portato a pensare che gli 8 finestroni siano complessivi, quindi 4 su ciascun lato. A conti fatti, essi si posizionerebbero all'incirca così (tratti color verde, con i due più a nord rappresentanti le finestre attualmente esistenti):
Sul fondo della chiesa non abbiamo informazioni. C'è una nota, la 6, nell'opera citata del Piccirilli, che riporta:
La chiesa fu abbandonata quando cominciò a cadere il tetto, logorato dal tempo e non mai riparato. In seguito fu demolita dell'absida e dei muri perimetrali [...]
Pertanto dobbiamo immaginare un'abside sul fondo. In definitiva potremmo avere una situazione del genere

Ed ora veniamo al convento.
Il convento si trovava lungo un lato della chiesa. Il destro (ad oriente) o il sinistro (ad occidente, verso il centro dell'attuale piazza)?
Guardando il disegno del Piccirilli, che riporto per comodità, a sinistra della chiesa sembra non esserci nulla, mentre a destra abbiamo il muro orientale quasi completo, con tanto di finestroni, e tutti quegli edifici attualmente presenti (edificio dove ora è la banca, la ferramenta ecc.):

Quindi il convento poteva trovarsi a sinistra ed è andato completamente scomparso, o a destra ed essere stato assorbito dagli edifici attuali.
Leggendo ancora dall'opera citata troviamo un indizio. Racconta di come la chiesa fosse legata alla famiglia Meliorati, ed in particolare a Cosimo Meliorati, eletto papa, col nome di Innocenzo VII, il 17 ottobre 1404. In particolare nella nota 2 di pagina 46, in cui cita il De Mattheis, leggiamo (corsivi miei):
In molti edifizi vi sono memorie della famiglia Meliorati, particolarmente nella chiesa di S. Agostino, che era congiunta all'abitazione, nella quale dimorò il pontefice (casa Capograssi) [...]
L'abitazione del pontefice, ovvero casa Capograssi, poteva far parte del convento?
Piccola nota: casa Capograssi si trova in via Innocenzo VII, con portone principale al civico 11.

Tornando al convento, nulla poteva dirsi fino al momento della scoperta casuale di questa foto su Facebook, nuovamente della pagina SFI Sezione di Sulmona "Giuseppe Capograssi" curata dal signor Silvio Cappelli:
Secondo Cappelli si tratterebbe delle:
colonne lignee dell'antico convento - giardino casa Capograssi — a Sulmona.
La foto è fatta dal giardino da cui sono visibili i resti delle due finestre di cui abbiamo detto, solo guardando dalla parte opposta.
Abbiamo trovato anche il convento!
Inoltre, se casa Capograssi, comprendente l'edificio della ferramenta, era effettivamente parte del convento, è possibile che il fondo della chiesa fosse da quelle parti, magari a filo col termine della facciata dell'edificio, sul lato sinistro (guardandolo frontalmente), come già riportato nell'ipotesi precedente sulla chiesa.
Se è valida anche questa ipotesi si arriva a questa planimetria:

Per tale ipotesi mi sono basato sul SIT (Sistema Informativo Territoriale) del comune di Sulmona, in cui ho ho accorpato le proprietà ai fogli 2892 e 1867:
Forse il lato sud del convento era più a sud, magari andava a comprendere la proprietà al foglio 4. Non possiamo saperlo.
Di certo il "maestoso chiostro" doveva coincidere con, od essere un po' più grande del, giardino di casa Capograssi.

Nel prossimo post vedremo meglio lo stato passato della - attuale - piazza Tresca, dell'ingresso nord di corso Ovidio, e le sorti della chiesa, con altre foto interessanti ;-)